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in cambio di cosa?

I fari illuminano una campagna che scorre via veloce fuori dalla macchina.
Ti sei drappeggiato addosso un lenzuolo e pretendi che sia una toga. Da almeno venti minuti ti arroghi a senatore del divertimento, entro un’ora probabilmente sarai solo un idiota bagnato fradicio, un idiota che si sta divertendo.
Però stasera sei anche un bambino grande, conscio delle tue responsabilità e delle cose che vuoi fare; sai che domani sarà una giornata piena: devi lavorare, devi andare ad un workshop, forse persino vedere una ragazza.

Alla solita domanda: “fanno un toga, andiamo?” hai dato la solita incrollabile risposta e ora quindi sei in viaggio sul sedile del passeggero, pregustando una serata in cui abdicherai completamente al pensiero razionale.

Non sei al tuo primo toga, non puoi illuderti, domani i postumi non saranno né leggeri né evitabili.
Se volevi gestire la serata dovevi dirigerti in un altro posto, ora berrai e berrai tanto, mescolerai le gradazioni e forse non saprai nemmeno cosa stai bevendo finchè non sarà troppo tardi.
è un pensiero che suona strano alla parte di te che lavora tutti i giorni Lo chiedi, ad alta voce.
“Perché stiamo andando al toga?”
Ricevi è uno sguardo con il sopracciglio alzato, per chi non è dentro la tua testa hai detto quella che suona proprio come una cazzata.
Continui:
“Fa freddo, domani sarà una giornata pesante, lunga, con cose da fare, vogliamo davvero svegliarci alle 14 con un leggero mal di testa o peggio un feroce mal di testa? Con l’alito fetido e il sudore appiccicoso? Trasudanti alcool e con l’affanno al minimo sforzo vogliamo affrontare quella sensazione di star sprecando uno dei 104 giorni di week-end che esistono? Vogliamo guardarci attorno spaesati nel nostro salotto chiedendoci ogni due ore dove sono finite le due ore precedenti?”.

Nessuna risposta dai compagni di viaggio, nemmeno un motteggio, sono bambini grandi anche loro.
è allora che fai la domanda:
“Affronteremo tutto questo in cambio di cosa?”
Pura retorica, la risposta degli altri non ti interessa, ti importa solo il corso dei tuoi pensieri.
“Stiamo andando là, al freddo, vestiti di un lenzuolo a renderci ridicoli, perdere la dignità, vomitare magari, senza nemmeno la speranza di imbarcare qualche sconosciuta.
Perchè?

Qualcuno dice qualcosa, non importa, nemmeno lo senti.
Lo pensi solo, non provi più bisogno di dirlo: “Ci andiamo, senza neanche un buon motivo, la lista dei contro è piena, la lista dei pro è desolata.”
Extra bonus: minaccia di piovere.
Con tutta serenità prendi il tuo elenco di ottimi motivi per passare una serata diversa e lo elimini.
Tutti contro, nessun pro, sarà per questo che ci vai.
Domani non ti sembrerà nemmeno di pagarne il prezzo.

Posted in le cicatrici sono gratis, racconti.


2 Responses

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  1. deasimo says

    quindi la prossima volta dirai NO e non ci andrai.
    preparati.

    s



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