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è il naso che ti fotte, amigo

Vivere in una città di mare comporta che all’alba del sabato mattina, cioè tipo verso le 12:30, con l’occhio di quello che aspetta il suo caffè tu esci a differenziare la lattina di birra abbandonata in un angolo da più di un mese e nonostante i palazzi e il cemento che “da tanta parte de l’ultimo orizzonte il guardo esclude” ti ritrovi con addosso la senzazione del lupo di mare.

Sei un lupo di mare anche se ami disperatamente la montagna, anche se diventi una persona cordiale solo sopra i 500m s.l.m. (ed uno zucchero sopra i 2000). Sei un lupo di mare anche se sostieni di odiare il mare; che poi non è vero, ma senza un po’ di esagerazione le persone tendono a non crederti.

Oggi (e non capita spesso) l’aria è salmastra e quell’odore ti fotte alla grande.

Piccole cosette perfide questi odori, non importa quanto forti siano quando li hai nel naso, importa quanto forti sono stati quando hai vissuto.

Non avevi nessun buon motivo per differenziare oggi la lattina di birra abbandonata in un angolo da più di un mese, eppure sei uscito e grazie ad un odore da alcuni ritenuto sgradevole sei tornato indietro nel tempo.

Ti è piaciuto.

Ovviamente ti è piaciuto, avevi di nuovo 18 anni ed eri in spiaggia fuori stagione a capire cos’era l’amore, avevi di nuovo 15 anni e ti svegliavi la domenica mattina per andare a vela con il vento in una mano ed il mare nell’altra, avevi anche 28 anni e c’era un altro mare con un piatto di pasta e i crostacei e poi avevi 31 anni ed era sabato scorso che sei andato a correre sulla spiaggia in una forma fisica schifosa.

Poi la lattina tocca il fondo del bidone, l’acqua del caffè (lungo) sta bollendo e rientri a prepararti per un giro in collina.

 

Posted in le cicatrici sono gratis, racconti.

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