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Hanno tagliato un albero

Hanno tagliato un albero piantato a Bergamo per commemorare Peppino Impastato.
L’articolo è su:
Repubblica.
L’unità

Sembra una cazzata, ma è stupido sottovalutare un atto del genere che toglie sostegno al simbolo di una lotta difficile fatta da un numero sempre crescente, ma ancora troppo piccolo di persone..

Sono stato in Sicilia ormai 4 anni fa, ma non a fare il turista, ad incontrare la gente.

Ho parlato con un capo scout che anzichè incontrare i suoi ragazzi (8-12 anni) il sabato pomeriggio li doveva accompagnare a scuola tutte le mattine perchè non la saltassero, che si sentiva suonare il campanello da un bambino che voleva un piatto di pasta e che il sabato vedeva altri bambini con i tasca 300€ perchè avevano appena venduto della droga.

Ho parlato con uno dei fondatori di “Addio Pizzo“, noti attacchini di adesivi che cercano di cambiare le cose dal basso e che nell’iniziare a costruire la loro associazione hanno dovuto parlare freddamente attorno ad un tavolo dell’opportunità di essere uccisi dalla mafia. La loro soluzione non è stata la resa, ma fare in modo di non avere un “uomo simbolo” si fanno intervistare a turno, vanno alle manifestazioni a turno, attaccano adesivi tutti insieme con gli altri associati.
Ognuno ha sviluppato la sua tecnica di attacchinaggio volta alla rapidità.
Maestri di spada ma con la penna.

Sono stato in una cooperativa di “Libera Terra“, ci hanno parlato di proiettili, intimidazioni e di gente che ha mollato per paura che accadesse qualcosa alle famiglie. Chi ha mollato non era un vigliacco, certe battaglie non sono per tutti e l’averci provato merita stima.

Ho parlato con Giovanni Impastato, sono arrivato da Cinisi alla pizzeria della sua famiglia a piedi, dopo pranzo, in Agosto, in Sicilia, mi ha visto arrivare da lontano e mi ha accolto con una bottiglia di spuma fresca in una mano ed bicchieri di carta nell’altra.
Giovanni Impastato è un uomo che fa paura.
Gentile e cordiale, ma parla con l’intensità di chi ha visto molte cose, ne sa altrettante vuole fare la cosa giusta.
Giovanni Impastato è un uomo denso, non lo puoi ignorare.

L’albero era una piccola cosa, da lontano è difficile fare qualcosa di concreto, ma era il segno che anche Bergamo era nella lotta, che anche lì si pensa a chi combatte per ottenere il rispetto delle regole e degli altri, senza più soprusi e signorotti.

Finora ho parlato al singolare, ma non ero da solo in Sicilia, non eravamo nemmeno in tanti, ma di sicuro siamo tornati più grandi e con la voglia di far qualcosa, fosse anche qualcosa di piccolo come far sapere che ci siamo, che li appoggiamo e che ammiriamo chi lotta con coraggio contro una mentalità contorta e sbagliata anche se diffusa.

Perchè scrivo oggi che l’insulto è “solo” un albero mentre ogni giorno ci sono ben altri segnali?
Perchè l’albero non è in sicilia, perchè l’albero è un affronto “piccolo” e gli affronti piccoli sono sintomi vigliacchi di una mentalità meschina.
Una mentalità egoista che nella sua interpretazione più ingenua dice “son solo fatti loro” ed in altre parla di gesto politico mirato ed all’interno di un piano.
Non ho gli strumenti per sapere quale sia l’interpretazione giusta, ma non è importante perché anche la più gentile delle ipotesi parla di un gesto marcio dalle radici e meschino nella sua attuazione, un’intimidazione in pieno stile mafioso e pertanto da condannare senza mezzi termini.

C’è un’altra cosa che ho imparato in sicilia: in certi casi non puoi essere neutrale, o lotti o stai con la mafia.
L’ignavia appartiene alla mafia.
Dire “sono fatti loro” è perlomeno ignavia.

Vorrei aggiungere a questo post il link di un autore di fumetti siciliano che commentando un fatto di cronaca (ormai vecchio) ci spiega un po’ di cose.
Il fumetto principale è comico, ma i suoi inserti speciali e le strisce di satira politica sono argute, pungenti e dimostrano che ha a cuore la sua sicilia e l’italia intera.
Ecco una delle sue più belle strisce contro la mafia: “Ultim’ora 25XL – Falcone e Borsellino
Ed ecco il suo webcomics: Alboblog

L’ultima cosa che dirò è che ho pensato molto prima di scrivere e poi ho pensato se fosse il caso di pubblicare il post, non mi piace scrivere di cose che non conosco bene e tantomeno pontificare su situazioni che stento a capire, ma soprattutto ho il timore di poter offendere qualcuno.
Ho scritto con le migliori intenzioni e non voglio sostenere che “ogni terrone è un delinquente mafioso”, come ho scritto sopra lottare non è per tutti, ma sperare in un futuro migliore sì e le persone che si assumono dei rischi per farlo avverare meritano ogni appoggio.

Posted in altre cose, real life.


2 Responses

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    [...] siccome non ho avuto il tempo di fare vignette, cerco di farmi perdonare proponendovi questo post da leggere e ne approfitto per ringraziare Luca per le belle parole che mi ha dedicato nello stesso [...]

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